A confronto con i CAS: un modo diverso di fare alternanza.
Si è concluso ieri con la partecipazione attiva di un gruppo di ragazzi della V D-LIceo Scientrifico alla conferenza del COESO dal titolo “Promuovere salute oltre le barriere della comunicazione” il percorso di alternanza scuola lavoro realizzato in collaborazione con Simurg Ricerche. L’attività ha visto impegnati gli studenti in un lavoro di interviste agli ospiti di alcuni CAS (centri accoglienza straordinari) e agli operatori interni ed esterni ai centri, cui è seguita la rielaborazione dei dati raccolti. Ma l’esperienza, come ben hanno sottolineato i ragazzi nella loro presentazione durante il convegno, non a caso intitolata “Nonsolostatistiche”, ha lasciato loro qualcosa di più rispetto all’acquisizione di competenze statistiche. E’ stata un’occasione di confronto con coetanei del Senegal, del Gambia, della Nigeria, del Pakistan, un momento di reale inclusione e integrazione; ma anche un ‘opportunità per conoscere realtà e problematiche a loro sconosciute, un passo avanti nel tentativo di diventare cittadini consapevoli, liberi dai pregiudizi della disinformazione e capaci di riconoscere e contrastare le più diverse forme di razzismo visibile e invisibile Da non tralasciare, infine, l’acquisizione di capacità trasversali come quella di comunicare ed esporre in pubblico la propria testimonianza: tra gli interventi di medici e responsabili a livello nazionale, operanti nel settore della salute dei migranti, Agnese, Elena, Francesco, Massimiliano, Lapo e Niccolò hanno presentato alla nutrita platea che gremiva la sala Pegaso della Provincia il loro lavoro con semplicità e competenza. “Ci tengo a dire – ha affermato in chiusura di convegno Salvatore Geraci, membro della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – che torno a casa arricchito in modo particolare da due interventi cui ho assistito in questa mattinata, quello di Francesca Nisticò e quello degli studenti del Pietro Aldi. Da domani, rientrato a Roma, cercherò subito di coinvolgere le scuole in esperienze simili a quella del Polo grossetano”:.